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Permessi di soggiorno, durata più lunga – Lo chiedono Cgil, Cisl e Uil con una mobilitazione nazionale

In Toscana stamani un presidio davanti alla Prefettura di Firenze, per chiedere al Governo di estendere a 24 mesi il permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro. Perché anche così si combattono lavoro nero e caporalato

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Proroga della durata del permesso di soggiorno per migranti disoccupati per almeno 24 mesi, sanare le posizioni dei migranti che hanno già perso il permesso di soggiorno, combattere il lavoro nero e lo sfruttamento, maggiore inclusione sociale nel mondo del lavoro. Sono queste alcune richieste al centro della giornata di mobilitazione nazionale andata in scena oggi in tutta Italia per iniziativa di Cgil, Cisl e Uil. In Toscana stamani si è svolto un presidio regionale a Firenze davanti alla Prefettura a cui hanno partecipato anche diversi lavoratori immigrati, per chiedere al governo un impegno concreto.

Una delegazione è stata ricevuta in Prefettura dove ha consegnato il documento nazionale predisposto da Cgil, Cisl e Uil, ricevendo la rassicurazione che le istanze avanzate saranno al più presto rappresentate al Governo.

“La crisi ha colpito duramente anche il lavoro degli stranieri negli ultimi 8 anni – hanno detto i rappresentanti dei sindacati confederali e delle loro strutture attive sul fronte immigrazione – tanto che il loro tasso di disoccupazione ha raggiunto il 17%. Dal 2008 sono moltissimi i cittadini di altri paesi che hanno perso il lavoro e non sono riusciti a trovarne uno nuovo entro un anno, termine previsto dalle norme sul soggiorno in Italia degli stranieri. Così per loro al dramma della disoccupazione si somma l’incubo di vedere messa in discussione la permanenza regolare sul territorio italiano. Il risultato è che una parte di loro se n’è andata, ma un’altra più consistente è finita nella clandestinità e nella trappola del lavoro nero, ricattabile, senza diritti civili e del lavoro. E proprio a questo aspetto sono legate molte delle nostre preoccupazioni.”

Tra il 2014 e il 2015 sono stati più di 300 mila i permessi di soggiorno non rinnovati in Italia, ma solo 100 mila stranieri si sono trasferiti all’estero. Gli altri 200 mila dunque sono scivolati nell’illegalità e verso il lavoro sommerso, con conseguenze drammatiche anche per i loro familiari a carico, a cominciare dai minori.

 

Firenze, 28 giugno 2016