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La piattaforma unitaria – Sanità e welfare: le richieste dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil Toscana a Regione ed Enti locali

Pensionati Inps

Non autosufficienza, liste d’attesa, Case della Salute, ma anche trasporto pubblico locale, emergenza abitativa, ciclo dei rifiuti: sono questi, e non solo, i temi di welfare e sanità su cui pensionati e anziani della Toscana chiedono un intervento deciso della Regione e degli enti locali. Per questo Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati della Toscana hanno messo a punto una piattaforma unitaria che è stata presentata oggi a Firenze in occasione dei direttivi unitari dei sindacati dei pensionati all’hotel AC in via Bausi. Sono intervenuti, tra gli altri, Daniela Cappelli, segretario generale Spi-Cgil Toscana, Mauro Scotti, segretario generale Fnp-Cisl Toscana, Alberto Andreazzoli, segretario generale Uil Pensionati Toscana, Ivan Pedretti, segretario generale nazionale Spi-Cgil

I PUNTI DELLA PIATTAFORMA

Per i sindacati “il welfare è motore di sviluppo” in un momento di crisi economica e tagli al sociale. Nella nostra regione la popolazione anziana, nel 2014, ha superato le 916.000 unità ed è previsto un aumento del 17% da qui al 2025. Gli anziani che vivono da soli sono circa il 26% del totale e, pur in presenza di dati positivi sull’aspettativa di vita, non aumenta l’aspettativa di vita in salute. 75.000 anziani, oltre l’8% del totale, presentano disabilità in almeno una delle attività fondamentali del vivere quotidiano. L’insieme di questi fattori genera nuovi bisogni assistenziali ai quali occorre dare risposte. Nonostante le apprezzabili risorse messe in campo dalla Regione con il fondo per la non autosufficienza i risultati sono ancora scarsi.

  • Servizi territoriali: le dimissioni del paziente spesso avvengono quando questo ha ancora necessità di cure infermieristiche qualificate e continue (che molte famiglie non sono in grado di gestire) . Così se il servizio domiciliare è carente e i posti letto promessi per le cure intermedie non sono stati attivati, al cittadino non rimane che provvedere privatamente, se può permetterselo. Chi non può, come dimostrano recenti indagini, è costretto a rinunciare a curarsi. Serve una verifica.
  • Liste d’attesa: dopo le ripetute sollecitazioni da parte sindacale, la Regione ha stanziato 10 milioni per il triennio 2014-16, finalizzati alla riduzione dei tempi di attesa. Dopo oltre un anno, nella maggior parte dei territori non si registrano miglioramenti degni di nota. Stessa considerazione vale per le cure odontoiatriche. Chiediamo un attento esame rispetto alla destinazione delle risorse e di attivare immediatamente iniziative per dare risposte concrete.
  • Case della salute: con DGR 334 del 6 Maggio 2013 la Regione approvò e finanziò una serie di progetti territoriali per l’implementazione delle Case della Salute che, con quel provvedimento, avrebbero dovuto raggiungere le 90 unità, per arrivare a120 secondo quanto affermato dalla Regione stessa. Dopo oltre due anni, nonostante la DGR 117 del 16 Febbraio 2015 che approva le linee di indirizzo per le aziende sanitarie, in molti territori quegli impegni non hanno prodotto risultati apprezzabili. Per queste ragioni, condividendo i contenuti del vigente “Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale (PSSIR)” e considerando le risorse che la Regione ha, da tempo, destinato alla messa a regime di questi servizi, ne rivendichiamo la piena attuazione.
  • Enti Locali ed evasione: per gli enti che partecipano all’accertamento fiscale dei tributi regionali è attribuita una quota pari al 50% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo dalla regione. A questo si aggiunge il contributo Statale per la lotta all’evasione fiscale e contributiva. Per il triennio 2015-2017, è attribuito ad ogni ente locale il 100% degli importi evasi, accertati dallo stesso, e recuperati nell’anno precedente. Nel 2013, 185 comuni toscani avevano aderito ai patti antievasione. Ad oggi risulta che solo 51 di questi abbiano svolto nel 2014 una qualche attività di contrasto all’evasione peraltro con risultati scarsissimi, nella maggior parte dei casi addirittura insignificanti. Con quelle risorse l’ente locale può essere attore di politiche redistributive rafforzando equità ed eguaglianza in termini di servizi resi alla propria comunità. Chiediamo quindi la definizione di azioni certe per il recupero dell’evasione fiscale (risorse umane e mezzi).
  • La casa: serve riaprire il confronto ad ogni livello, affinché il problema dell’abitare assuma la centralità che merita. Il diritto ad una casa è fondamentale per affermare i diritti di cittadinanza. La Giunta regionale sostenga le “agenzie sociali per la casa”. Si prevedano agevolazioni fiscali e creditizie per adeguamenti e messa a norma degli appartamenti ed azioni di accompagnamento da parte degli uffici comunali e dei servizi sociali, per rendere disponibili spazi autonomi da affittare a canone sostenibile a giovani coppie, studenti, lavoratori fuori sede. Ciò potrebbe costituire fonte di reddito per l’anziano e possibile scambio sociale tra generazioni. Infine, i condomini solidali: seguendo gli esempi di S. Quirico D’Orcia e di Lastra a Signa, possiamo pensare al recupero anche di strutture dismesse per appartamenti destinati agli anziani con spazi comuni e un supporto di servizi di bassa soglia. Altro filone su cui lavorare, prendendo a riferimento esperienze positive già in atto, è la possibilità di istituire il/la cosiddetta/o badante di condominio. Una figura professionale adeguatamente formata dalla struttura pubblica territoriale. Si tratta di un operatore, assunto direttamente dai condomini. Mentre invece si chiede una verifica sul servizio “Pronto Badanti”, attivato in alcune zone in via sperimentale per un anno, senza tener conto delle nostre osservazioni, e poi esteso, con DGR 946 del 6 ottobre 2015, a tutto il territorio Regionale. Chiediamo di poter verificare, nel merito, il rapporto fra i costi del progetto e i risultati, misurabili nel miglioramento del livello di assistenza degli anziani fragili, a nostro avviso ancora molto scarsi. Permane ancora nella delibera 946 la totale assenza di “equità” nell’erogazione del contributo.
  • Sanità integrativa e risorse per il sistema: il proliferare di fondi di sanità integrativa “contrattuali” dai quali, oggettivamente, sono esclusi i cittadini in condizioni di maggiore fragilità, anziani, precari, disoccupati, richiede una riflessione che, come sta avvenendo in altre regioni, partendo dalle organizzazioni sindacali e datoriali, chiami in causa l’istituzione Regionale. Chiediamo di aprire un confronto che potrebbe, ad esempio, pensare ad un “fondo territoriale Regionale” per la sanità integrativa per l’erogazione di prestazioni extra LEA, aperto all’adesione volontaria di cittadini anche non lavoratori, che riconduca al proprio interno, in tutto o in parte, le risorse dei fondi contrattuali con l’obiettivo di allargare le prestazioni con carattere di universalità. Ciò anche con un intervento pubblico che favorisca la partecipazione, la mutualità, e il sostegno verso i soggetti più svantaggiati.

I servizi pubblici locali: rimettere al centro i “diritti dell’utenza”

a) Ciclo raccolta e trattamento dei rifiuti e Servizio idrico: si registrano notevoli inefficienze del sistema che vanno a gravare in modo pesante sulle bollette dei cittadini, incidendo pesantemente sul reddito dei pensionati, con differenziazioni territoriali insopportabili dentro la stessa Regione

b) Trasporto Pubblico Locale: rilanciare una politica di tariffe agevolate per incentivare l’uso del mezzo pubblico anche per contrastare i fenomeni crescenti di marginalizzazione ed esclusione degli anziani. Prestare una particolare attenzione alle periferie, alle comunità montane e rurali, alle isole, dove occorre un maggiore intervento pubblico a sostegno dei servizi di trasporto “a domanda debole”.

c) Trasporto sociale: La bagarre che si è aperta, di recente sulla stampa, desta forti preoccupazioni. Oltre l’80% del servizio è utilizzato da disabili e anziani in particolari situazioni di difficoltà e solitudine. Il tema è di competenza dei Comuni, ma la questione non può essere affrontata prendendo come riferimento i parametri economici del libero mercato. La regione Toscana ha risolto positivamente la questione del trasporto sanitario. Ora occorre che, anche per il trasporto sociale, si apra un percorso in grado di sostenere gli Enti Locali nel mantenimento in convenzione e potenziamento di quel servizio. La strada che indichiamo è quella di un forte coordinamento dell’ANCI e un impegno della Regione ad emanare delle linee guida per aiutare i comuni ad aderire al progetto.

 

Firenze, 4 aprile 2016