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Sanità nell’area metropolitana fiorentina, le proposte del sindacato

La riorganizzazione della sanità territoriale

Cgil, Cisl e Uil: “Non lasciare nessuno indietro”

 

Le proposte del sindacato per migliorare il sistema nell’area metropolitana: liste d’attesa più nelle, attivare le CdS previste come punto di raccordo tra cittadini e strutture ospedaliere, potenziare come indicato dai piani della Regione Toscana tutto il comparto delle cure intermedie con posti letto specifici che ancora mancano

 

Il sistema sanitario nazionale è da tempo al centro di continue riorganizzazioni, ma non trova ancora un equilibrio rispondente ai nuovi bisogni di salute delle persone, allo sviluppo scientifico e delle cure, alla sostenibilità economica.

In questi anni come sifascicolosanitariondacati confederali abbiamo cercato con fatica, ma anche con alcuni importanti risultati, di difendere il diritto alla salute e l’universalità del sistema sanitario da tagli generalizzati che hanno colpito duramente anche in Toscana il sistema sanitario.

La contribuzione diretta ai costi da parte dei cittadini è diventata pesante, tanto  che per alcune prestazioni i ticket e i tempi di attesa inducono molti a spostarsi verso i servizi del privato sociale e profit.

Sappiamo che il sistema sanitario toscano per mantenere un livello qualitativo complessivamente alto e in alcuni ambiti eccellente  deve anche razionalizzare e rivedere alcuni aspetti, puntando sul territorio e affrontando criticità ormai evidenti e consolidate.

I cittadini esprimono nuovi bisogni di salute e devono non solo essere informati ma resi soggetti attivi e organizzati delle scelte che riguardano il diritto fondamentale alla salute per tutto l’arco della vita.

In questa prospettiva come CGIL CISL UIL e le rispettive federazioni dei Pensionati SPI CGIL-FNP CISL-UILP UIL dell’area metropolitana fiorentina indicano alcuni temi che, tra le tante questioni aperte nel nostro sistema sanitario, rappresentano delle priorità di specifica rilevanza sociale:

1. LISTE DI ATTESA

La necessaria collaborazione tra pubblico e privato deve prevedere che le strutture pubbliche garantiscano la totalità delle prestazioni diagnostiche e di cura e che rimangano il fondamentale riferimento per i livelli qualitativi e per l’appropriatezza delle prestazioni per l’intero sistema dei servizi sanitari del territorio.

Pertanto la nuova organizzazione prevista deve essere realizzata in tempi brevi acquisendo la piena disponibilità dei medici di MMG  e degli specialisti ad indicare i livelli di priorità previsti.

Non deve però tradursi in una riduzione di servizi per i cittadini che soffrono di particolari patologie o che si trovano in condizioni di cronicità ed a tal fine è necessario che vengano chiaramente indicati i livelli programmati di servizio che saranno previsti per questi utenti.

La nuova organizzazione dovrà essere in grado di rispettare pienamente i tempi previsti (72 ore per le prestazioni urgenti), 10 giorni per le prestazioni brevi, 30/60 giorni per le prestazioni differite.

Chiediamo quindi :

  • vengano chiaramente indicati i livelli di servizio previsti nella nuova organizzazione per i cittadini che soffrono di particolari patologie o che si trovano in condizioni di cronicità;
  • tutte le prestazioni di specialistica e diagnostica siano assicurate dalle strutture pubbliche ed in ogni caso che le strutture pubbliche di diagnostica ed i laboratori siano attivati con un ampliamento orario giornaliero e settimanale del servizio, anche attraverso un numero maggiore di postazioni esistenti.
  • sia rivisto il sistema di prenotazione per le visite specialistiche garantendo parità di tempi di attesa tra l’attività pubblica a ticket e l’attività libero-professionale (INTRAMOENIA) dei medici specialistici pubblici.

Quanto ai progetti sperimentali messi in atto per ridurre le liste di attesa la scelta della ASL 10 di ricorrere a eventuali convenzioni con il privato, deve stare all’interno di un processo di riorganizzazione che si concretizzi con azioni di   totale saturazione delle strutture pubbliche.

2. CASE DELLA SALUTE

Nel progetto della Regione Toscana le Case della Salute nel quadro generale dei servizi per la salute dovrebbero garantire ai cittadini :

a)    l’accoglienza e l’orientamento ai servizi sia sanitari che socio-sanitari;

b)    l’assistenza di primo livello;

c)     la gestione delle cronicità;

d)    la prevenzione e la promozione della salute.

I piani aziendali prevedono l’apertura di 11 CDS per la ASL 10 e di 18 CDS per Empoli. Per Firenze risultano aperte solo 2 CDS e per Empoli 6.

Considerato che si è pienamente attuata la riduzione dei posti letto ospedalieri è assolutamente essenziale che le CDS siano aperte senza ulteriori ritardi. A tal fine chiediamo:

  • la riduzione dei tempi previsti per l’apertura delle CDS rivedendo il crono-programma previsto
  • che in tutte le CDS sia garantito il pieno funzionamento delle strutture con la presenza dei servizi ambulatoriali e diagnostici attivati. Il funzionamento parziale e non corrispondente ai progetti annunciati induce giusta sfiducia nei cittadini e rende anche impossibile la verifica/valutazione delle scelte operate nel sistema.
  • che sia assicurata la presenza dei medici di MMG rispettando l’accordo regionale firmato dalle loro associazioni di categoria.

3. CURE INTERMEDIE E ASSISTENZA DOMICILIARE

Come sappiamo oggi in ospedale si rimane per poco tempo. L’evoluzione delle cure, ma anche il taglio dei costi, con la riduzione dei posti letto, comportano che spesso le dimissioni ed il ritorno nella propria abitazione avvenga in una condizione di fragilità.

Per cui a seguito della riduzione dei posti letto ospedalieri è necessario realizzare rapidamente i due tipi di cure intermedie previste:

  • a bassa intensità (moduli ospedalieri o casa di cura riconvertita con la presenza continuativa del medico in orario diurno e presenza infermieristica 24 ore);
  • comunitarie (ospedale o casa di cura per pazienti provenienti dal territorio seguiti dal proprio medico di famiglia in strutture dove è garantita le presenza infermieristica per 24 ore).

Secondo le previsioni dovevano già essere attivati sul territorio 456 posti per la ASL 10 (di cui 330 già esistenti)  e 90 posti per la ASL 11 (di cui 48 già esistenti).

Il monitoraggio della Regione Toscana (ottobre 2014) indica che :

  • per la ASL 10 non sono stati attivati 30 posti e non sono stati confermati i 330 posti dichiarati come esistenti;
  • per la ASL 11 non sono stati attivati nessuno dei 42 posti da attivare.

Chiediamo:

  • che la ASL 10 indichi chiaramente la collocazione e la tipologia dei 330 posti dichiarati esistenti e provveda all’attivazione dei 30 posti mancanti;
  • che la ASL 11 attivi i 42 posti mancanti;
  • potenziamento dell’assistenza domiciliare specifica post acuzie.

4)   Servizio di odontoiatria: chiediamo una verifica puntuale dell’attuazione della delibera regionale, con una ricognizione dei servizi attivati.